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  Università & Ricerca Informazioni

Quindicinale del Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica e tecnologica

Numero 61 - 62
Roma, 30 aprile 2002

I documenti ufficiali sono consultabili via Internet sul sito
http://www.miur.it

 

Sommario

  • Accesso agli Ordini professionali secondo i nuovi titoli
    Si chiamerà "iunior" il laureato non specialista
     
  • Altre 890 borse di studio per i medici specialisti:
    con il sì della Camera il decreto-legge diventa legge
     
  • Professioni sanitarie, della difesa e della sicurezza:
    alla Corte dei conti i decreti sulle lauree e lauree specialistiche
     
  • Definiti i percorsi per la formazione degli insegnanti
    nella nuova scuola, all’insegna della flessibilità
     
  • I Regolamenti didattici d’ateneo saranno esaminati
    dal Ministero anche dopo la data del 30 aprile
     
  • Alta formazione artistica e musicale e trasformazione
    dei Conservatori: al Consiglio di Stato i regolamenti
     
  • Centocinquanta miliardi contro la "fuga dei cervelli"
    Insediato il comitato per i finanziamenti agli atenei
     
  • Teledidattica applicata alla medicina in 12 università:
    siglato un progetto comune Murst / Ministero della Sanità


Accesso agli Ordini professionali secondo i nuovi titoli
Si chiamerà "iunior" il laureato non specialista

Cambia la "geografia" dei nuovi titoli professionali per le attuali professioni di dottore agronomo e dottore forestale, architetto, assistente sociale, attuario, biologo, chimico, geologo, ingegnere, psicologo, agrotecnico, geometra, perito industriale, perito agrario. Il Regolamento attuativo della legge 4/99, approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri il 4 aprile scorso e ora all’esame del Consiglio di Stato, stabilisce sostanziali modifiche e integrazioni alla disciplina per l’accesso agli ordini e collegi professionali in seguito al nuovo assetto degli studi universitari (laurea della durata di tre anni e laurea specialistica di ulteriori due anni).

I NUOVI TITOLI PROFESSIONALI – Il Regolamento, che istituisce apposite sezioni degli albi professionali riservate ai possessori dei nuovi titoli universitari (una per i laureati, l’altra per i laureati specialisti), definisce anche gli ambiti di attività professionale spettanti agli iscritti a tali sezioni. Questi i nuovi titoli per laureato specialista (tre anni più due): dottore agronomo e dottore forestale (invariato); architetto (invariato); assistente sociale specialista; attuario, biologo, chimico, geologo, ingegnere, psicologo (invariati). Ed ecco i titoli per i laureati (tre anni): agronomo e forestale iunior, architetto iunior, assistente sociale, attuario iunior, biologo iunior, chimico iunior, geologo iunior, ingegnere iunior, psicologo iunior, agrotecnico laureato, geometra laureato, perito industriale laureato, perito agrario laureato.

PERCHE’ IL TERMINE IUNIOR – Per il laureato non specialista (laurea triennale) è stato introdotto il termine "iunior", che non si riferisce, ovviamente, all’età anagrafica, ma alla sua diversa qualificazione professionale rispetto al laureato specialista. Il Consiglio dei Ministri ha adottato questa soluzione su proposta dell’Accademia della Crusca: il termine "iunior", contrapposto a "senior", ha spiegato il presidente dell’Accademia fiorentina, professor Francesco Sabatini, indica un diverso grado di capacità e competenza, legato anche "a livelli diversi di preparazione e di responsabilità". Quanto alla grafia "iunior", ha sottolineato il professor Sabatini, "propriamente latina, è nettamente preferibile a quella junior, che è di tradizione angloamericana e che induce alla pronuncia giunior, impropria nella lingua italiana".

UNA TAPPA FONDAMENTALE DELLA RIFORMA - "L'approvazione in Consiglio dei Ministri del Regolamento per l'accesso agli Ordini professionali con i nuovi titoli universitari rappresenta un'altra fondamentale tappa della riforma del nostro sistema di istruzione universitaria e del processo di modernizzazione del Paese", ha dichiarato il Sottosegretario con delega all'Università, Luciano Guerzoni. "L'Università italiana ha ora gli strumenti operativi per procedere alla definizione dei nuovi corsi di studio. Fin dal prossimo anno accademico gli studenti avranno la possibilità di scelte chiare e sicure del loro percorso di studi", ha aggiunto Guerzoni, "già sapendo gli sbocchi professionali dei nuovi titoli universitari, rispettivamente con la laurea e con la laurea specialistica".

ALL’ESAME DEL CONSIGLIO DI STATO - L’approvazione preliminare del Regolamento da parte del Consiglio dei Ministri fa seguito a quella di un primo provvedimento riguardante le professioni di commercialista, ragioniere e perito commerciale, per le quali è stato istituito un albo unico. Il testo, così come quello riguardante i commercialisti, ragionieri e periti commerciali, è stato inviato all’esame del Consiglio di Stato, dopodiché sarà emanato con Dpr, previa delibera finale del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'Università e della Ricerca scientifica e tecnologica di concerto con il Ministro della Giustizia.

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Altre 890 borse di studio per i medici specialisti:
con il sì della Camera il decreto-legge diventa legge

E’ stato definitivamente approvato dalla Camera dei deputati il 18 aprile scorso, e quindi convertito in legge, il decreto-legge 2 aprile 2001, n. 90, "Ulteriore finanziamento delle borse di studio per la formazione dei medici specialisti per l’anno accademico 2000-2001", già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 78 del 3 aprile. Con il provvedimento vengono destinati ulteriori 20 miliardi di lire per la formazione specialistica, che serviranno per finanziare altre 890 borse di studio. Il Fondo sanitario nazionale per il finanziamento delle borse di studio passa così da 315 a 335 miliardi. Il totale delle borse a carico dello Stato, dalle 4.469 iniziali, sale a 5.359, alle quali si aggiungono le 400 circa direttamente finanziate dalle Regioni. Con decreto ministeriale del 24 aprile, frattanto, il Murst ha assegnato alle singole università le borse di studio per le scuole di specializzazione di medicina e chirurgia.

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Professioni sanitarie, della difesa e della sicurezza: alla Corte dei Conti i decreti sulle lauree e lauree specialistiche

Sono stati inviati dal Murst alla Corte dei Conti per la registrazione, in vista della successiva pubblicazione sulla "Gazzetta Ufficiale", i decreti per la determinazione delle classi delle lauree e delle lauree specialistiche delle professioni sanitarie e di quelle della difesa e della sicurezza. Si tratta di tre decreti ministeriali, adottati in armonia con il nuovo assetto degli studi universitari (laurea della durata di tre anni e laurea specialistica di ulteriori due anni).

LE CLASSI DELLE LAUREE DELLE PROFESSIONI SANITARIE - Il primo decreto, emanato dal Ministro dell’Università e della Ricerca scientifica e tecnologica di concerto con il ministro della Sanità, definisce i percorsi per la formazione universitaria delle varie figure sanitarie esistenti, individuate con appositi decreti del Ministro della Sanità ai sensi dell’art. 6, comma 3, del decreto legislativo n. 502/1992. Vengono determinate quattro classi di lauree (triennali): professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche; della riabilitazione; tecniche e della prevenzione. Le classi di laurea proposte permettono di costruire percorsi di studio in grado di soddisfare una serie di esigenze formative, tra le quali: rafforzare la natura professionalizzante dei percorsi formativi valorizzandone i contenuti scientifici e metodologici; dare vita a un sistema capace di preparare una gamma di professionalità finalizzata a standard professionali adeguati e ispirati a quelli indicati dal Ministero della Sanità, in modo da garantire una immediata "spendibilità" nel mercato del lavoro; ricercare la massima flessibilità nei percorsi formativi; avviare, nella prospettiva dell’autonomia universitaria, un processo di ricerca delle forme didattiche organizzative e metodologiche più idonee.

LE CLASSI DELLE LAUREE SPECIALISTICHE DELLE PROFESSIONI SANITARIE - Il secondo decreto (laurea specialistica) istituisce percorsi in grado di soddisfare esigenze di formazione avanzata e adeguati approfondimenti metodologici, consentendo al tempo stesso di garantire un serio impegno formativo nei confronti dell’aggiornamento professionale, ancora privo di una radicata tradizione nel sistema universitario italiano. Vengono determinate quattro classi di lauree: specialistiche: scienze infermieristiche e ostetriche; scienze delle professioni sanitarie della riabilitazione; scienze delle professioni sanitarie tecniche; scienze delle professioni sanitarie della prevenzione. Si tratta di classi all’interno delle quali gli atenei potranno istituire corsi di laurea specialistica del tutto nuovi, in analogia con altri già esistenti nell’Unione Europea. La laurea specialistica non rappresenta un’occasione di "superspecializzazione" nello stesso settore della laurea; essa consente invece, a coloro che abbiano maturato un’esperienza professionale nel rispettivo campo, di mettere le proprie conoscenze e competenze al servizio delle strutture sanitarie, in una prospettiva allargata al campo della responsabilità di tipo gestionale e manageriale e al campo della formazione e della ricerca. Le competenze e le conoscenze maturate durante l’esperienza professionale nell’ambito proprio di ciascuna professione sanitaria, per un periodo non inferiore a cinque anni, sono considerate prerequisito qualificante per l’accesso ai corsi di laurea specialistica.

LE PROFESSIONI DELLA DIFESA E DELLA SICUREZZA – Alla Corte dei Conti, prima della pubblicazione sulla "Gazzetta Ufficiale", anche il decreto per la determinazione delle classi delle lauree e delle lauree specialistiche nelle scienze della difesa e della sicurezza. Il decreto, emanato dal Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica e tecnologica di concerto con i Ministeri della Difesa e delle Finanze, definisce i percorsi per la formazione degli ufficiali delle Forze Armate e del Corpo della Guardia di Finanza, sulla base del decreto legislativo del 28 novembre 1997, n. 464, art. 3, e della nuova architettura del sistema degli ordinamenti didattici universitari che andrà in vigore dal prossimo anno accademico. Il decreto, fortemente innovativo, è il frutto di un approfondito lavoro dell’apposito comitato interministeriale, che ha tra l’altro tenuto conto delle novità emerse dalla legge 331/2000 (norme per l’istituzione del servizio militare professionale). La legge, come è noto, ha modificato il sistema di reclutamento, estendendolo anche alle donne, e le carriere degli ufficiali delle diverse armi, modificando al tempo stesso il concetto stesso di forza armata.

LE LAUREE DELLE PROFESSIONI DELLA DIFESA E DELLA SICUREZZA – I laureati in scienze della difesa e della sicurezza – si precisa nel decreto - sono professionisti, militari o civili, dotati della preparazione culturale (umanistica, socio-politologica, scientifica e tecnologica) e dell’addestramento teorico-pratico adeguati per operare con incarichi di comando, di gestione e di coordinamento in uno o più dei seguenti settori: unità terrestri, marittime, navali ed aeree (nazionali e internazionali); sicurezza interna ed esterna; tutela del territorio nazionale e dei suoi beni materiali e immateriali; tutela degli interessi strategici ed economico-finanziari dello Stato italiano e dell’Unione Europea; gestione e direzione di sistemi organizzativo-funzionali, anche di carattere non specificatamente militare.

LE LAUREE SPECIALISTICHE DELLA DIFESA E DELLA SICUREZZA – Relativamente agli stessi settori, i laureati specialisti dovranno disporre, oltre che della necessaria preparazione culturale, dell’addestramento specialistico adeguato per operare con incarichi di comando, di pianificazione e di coordinamento (amministrativo, logistico e tecnico-operativo), nonché per valutare e gestire in termini sistemici situazioni e organizzazioni complesse.

Definiti i percorsi per la formazione degli insegnanti
nella nuova scuola, all’insegna della flessibilità

Al traguardo anche la nuova architettura dei percorsi formativi per gli insegnanti, uno degli ultimi tasselli mancanti del grande mosaico della Riforma universitaria che partirà nel prossimo anno accademico. Con due decreti, uno già trasmesso all’esame del Consiglio di Stato, l’altro in fase di perfezionamento, vengono completamente ridisegnati i corsi per la formazione specialistica degli insegnanti per la nuova scuola. Un primo decreto interministeriale Pubblica Istruzione – Murst riguarda la scuola di base. In particolare, per gli insegnanti della scuola dell’infanzia il percorso prevede un anno di specializzazione (60 crediti) dopo il conseguimento della nuova laurea triennale (180 crediti). Per gli insegnanti della futura scuola di base sarà necessario, dopo la laurea, il conseguimento del diploma biennale di specializzazione all’insegnamento (120 crediti). Il secondo decreto, in via di perfezionamento, riguarda gli insegnanti della scuola secondaria, per i quali occorrerà aver conseguito, oltre alla laurea, un anno di frequenza (60 crediti) in un corso di laurea specialistica e il diploma biennale di specializzazione, per un totale di 360 crediti. Viene completamente ridefinita l’attuale Scuola di specializzazione per l’insegnamento, che sarà articolata in due sezioni, rispettivamente per il corso biennale per gli insegnanti della scuola di base e per il corso biennale per gli insegnanti della scuola secondaria. Le nuove Scuole saranno finanziate con le risorse della programmazione per lo sviluppo del sistema universitario per il triennio 2001-2003. "Viene dunque disegnato", ha spiegato il sottosegretario di Stato con delega all’Università, Luciano Guerzoni, "un sistema che prevede una formazione specialistica differenziata, sia per i contenuti sia per la durata per gli insegnanti, dei diversi ordini di scuola: tre anni di laurea più uno di perfezionamento specialistico per la scuola dell’infanzia; tre anni di laurea più due di perfezionamento specialistico per la scuola di base; tre anni di laurea più uno di corso di laurea specialistica più due di perfezionamento per la scuola secondaria". "L’adozione generalizzata del sistema dei crediti formativi universitari", ha sottolineato Guerzoni, "consentirà la necessaria flessibilità dei diversi percorsi e agevolerà il passaggio degli allievi dall’uno all’altro percorso, sia negli anni della formazione universitaria sia durante l’esercizio dell’attività professionale. L’obiettivo", ha concluso il Sottosegretario, "è di riconoscere in termini formativi e culturali la specificità della professione docente ai diversi livelli del suo esercizio. Proprio per questo la nuova scuola si chiamerà Scuola di specializzazione per la professione docente". Al Consiglio di Stato, frattanto, è stato trasmesso un terzo decreto interministeriale Mpi-Murst relativo all’esame di Stato conclusivo dei corsi svolti nelle Scuole di specializzazione e alla costituzione delle commissioni giudicatrici.

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I Regolamenti didattici d’ateneo saranno esaminati
dal Ministero anche dopo la data del 30 aprile

A pieno ritmo negli atenei e al Murst la macchina organizzativa per portare tempestivamente a conclusione le procedure di definizione e di approvazione dei corsi di laurea e di laurea specialistica previsti dalla Riforma didattica. In due note del 2 e del 27 aprile scorsi il Sottosegretario con delega all’Università, professor Luciano Guerzoni, ha chiarito alcuni aspetti riguardanti l’adozione dei regolamenti didattici di ateneo e le procedure per la loro approvazione da parte del Ministero. In particolare, nella nota del 27 aprile, inviata ai Rettori delle università, ai Direttori degli istituti universitari e ai Direttori amministrativi, si precisa che l’indicazione della data del 30 aprile per l’invio al Murst dei regolamenti didattici di ateneo "vale come riferimento all’agenda convenuta tra Cun e Crui per l’approvazione dei regolamenti stessi in tempo utile ai fini dell’attivazione dei nuovi corsi di studio con il prossimo anno accademico. E’ ovvio", prosegue la nota, "che non si tratta di un termine perentorio e che, nei limiti dell’indicata priorità, saranno esaminati con la maggior sollecitudine possibile anche i regolamenti che perverranno al Murst dopo il 30 aprile, soprattutto con riferimento ai corsi i cui decreti ministeriali sono tuttora in attesa di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale".

Alta formazione artistica e musicale e trasformazione
dei Conservatori: al Consiglio di Stato i regolamenti

Vicini al "via libera" il Regolamento in materia di autonomia per le istituzioni operanti nel settore dell’alta formazione artistica e musicale e il Regolamento riguardante la trasformazione dei Conservatori di musica, dell’Accademia nazionale di danza e degli istituti musicali pareggiati, che diventeranno gradualmente "Istituti superiori di studi musicali e coreutici". La riforma delle Accademie di belle arti, dell’Accademia nazionale di arte drammatica, degli Istituti superiori per le industrie artistiche, nonché dei Conservatori di musica, dell’Accademia nazionale di danza, degli istituti musicali pareggiati, era stata disposta dalla legge 508/1999: queste istituzioni andranno a formare, nell’ambito degli enti di alta cultura cui l’articolo 33 della Costituzione riconosce il diritto di darsi ordinamenti autonomi, il sistema dell’alta formazione e specializzazione artistica e musicale.

La stessa legge attribuisce al Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica e tecnologica compiti di programmazione, indirizzo e coordinamento del settore e prevede l’emanazione, attraverso Dpr, di regolamenti adottati di concerto con il Ministero della Pubblica Istruzione e riguardanti, tra l’altro, le modalità di trasformazione, i criteri generali per l’adozione degli statuti di autonomia e per l’esercizio dell’autonomia regolamentare, le procedure, i tempi e le modalità per la programmazione, il riequilibrio e lo sviluppo dell’offerta didattica nel settore eccetera.

Il 19 aprile scorso sono stati nuovamente inviati al Consiglio di Stato per il prescritto esame, dopo alcune modifiche apportate al testo originario, gli schemi di due Dpr: "Regolamento in materia di autonomia statutaria e regolamentare delle istituzioni di cui alla legge 21 dicembre 1999, n. 508" e "Regolamento per la disciplina delle modalità di trasformazione dei Conservatori di musica, dell’Accademia nazionale di danza e degli Istituti musicali pareggiati in Istituti superiori di studi musicali e coreutici". Il primo regolamento, concernente l’attribuzione di autonomi poteri statutari e normativi, si riferisce a tutte le istituzioni interessate alla riforma. L’articolo 1 precisa le finalità del provvedimento, che intende determinare "i criteri generali per l’adozione degli statuti di autonomia, nonché per l’esercizio dell’autonomia regolamentare, da parte delle Accademie di belle arti, dell’Accademia nazionale di arte drammatica, degli Istituti superiori per le industrie artistiche, nonché, all’esito della trasformazione in Istituti superiori di studi musicali e coreutici, ai sensi dell’articolo 2, comma 2, della legge 21 dicembre 1999 n. 508, da parte dei Conservatori di musica, dell’Accademia nazionale di danza e degli istituti musicali pareggiati". Il Regolamento, cioè, delinea i contenuti dei futuri statuti, che dovranno tra l’altro prevedere la possibilità per le Accademie di arte drammatica e di danza di articolarsi sul territorio, stabilendo intese con gli istituti di istruzione primaria e secondaria.

Il secondo regolamento si propone invece di attivare il processo di trasformazione in "Istituti superiori di studi musicali e coreutici" dei vari istituti, statali e non statali, operanti nel settore musicale e dell’Accademia nazionale di danza, finalizzandoli all’alta formazione, alla ricerca e allo svolgimento delle relative attività di produzione. Per quanto riguarda le procedure di trasformazione, l’articolo 8 stabilisce che ad essa si pervenga attraverso un decreto Murst, sulla base di un progetto prospettato dall’istituto interessato, e previo parere del Comitato per la valutazione del sistema universitario, nonché del Cnam, Consiglio nazionale per l’alta formazione artistica e musicale.

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Centocinquanta miliardi contro la "fuga dei cervelli"
Insediato il comitato per i finanziamenti agli atenei

E’ stato insediato il 18 aprile scorso al Ministero dell’università e della Ricerca scientifica e tecnologica il Comitato previsto dal Decreto ministeriale n. 13 del 27 gennaio 2001, con il quale sono state varate cospicue misure di cofinanziamento per il ritorno nelle università italiane o per l’acquisizione "ex novo" di studiosi italiani e stranieri già impegnati da almeno un triennio in attività didattiche o di ricerca all’estero.

Ne fanno parte i professori Luigi Labruna, presidente del Cun, Consiglio Universitario Nazionale; Luciano Modica, presidente della Crui, Conferenza dei Rettori delle Università italiane; Luciano Maiani, Direttore dell’Organisation Européenne pour la recherche nucléaire; Vincenzo Cappelletti, direttore scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana "Treccani"; Alessandro Schiesaro, Head of Department of Classics, King’s College, Londra.

Il Decreto prevede stanziamenti complessivi per 150 miliardi di lire nel triennio 2001-2003, in ragione di 50 miliardi annui a partire dall’esercizio finanziario 2001. Sono previsti la stipula di contratti di diritto privato con studiosi italiani e stranieri; il sostegno finanziario di specifici programmi di ricerca da affidare ai titolari di tali contratti; l’incentivazione delle chiamate nel ruolo della docenza di professori stranieri o italiani stabilmente impegnati all’estero in attività didattica o di ricerca nell’ultimo triennio. Per ciascuna chiamata è concesso all’ateneo un contributo annuo di 150 milioni di lire.

"Si tratta di un provvedimento di straordinaria importanza", ha dichiarato il Sottosegretario di Stato con delega all’Università, Luciano Guerzoni, "che dà una risposta concreta a un’emergenza molto sentita nella comunità scientifica e accademica e in tutto il Paese. Sono certo", ha aggiunto Guerzoni, "che l’autorevole Comitato da poco insediatosi e le singole università sapranno pienamente interpretare lo spirito del provvedimento, in modo da innescare in tempi brevi un’inversione di tendenza rispetto al fenomeno della cosiddetta fuga dei cervelli e da acquisire, per progetti di ricerca innovativi, studiosi e ricercatori di livello internazionale. E' un altro decisivo passo", ha concluso Guerzoni, "per l'internazionalizzazione delle nostre università e della comunità scientifica nazionale, con il quale si creano le condizioni per una più efficace cooperazione scientifica in ambito internazionale dei nostri Atenei su specifici progetti e per un continuo interscambio, che consentirà di rafforzare la competitività della ricerca italiana".

Teledidattica applicata alla medicina in 12 università:
siglato un progetto comune Murst / Ministero della Sanità

Siglato dal Sottosegretario di Stato Murst con delega ai rapporti con la Sanità, on. Vincenzo Sica, e dal Ministro della Sanità, prof. Umberto Veronesi, un protocollo d’intesa per lo sviluppo di un progetto pilota di teledidattica applicata alla medicina. Il progetto consentirà l’attivazione di un master di secondo livello, ai sensi del Dm 3 novembre 1999, n.509, in 12 sedi universitarie: le Facoltà di Medicina e Chirurgia di Ancona, Catania, Catanzaro, Bari, Ferrara, Genova, Milano Statale, Napoli II, Piemonte Orientale Novara, Pisa, Roma La Sapienza - II Facoltà di Medicina e Roma Cattolica. Il master avrà una durata biennale e sarà organizzato per obiettivi formativi, semestri e corsi integrati secondo uno schema di ordinamento concordato e coerente con la riforma degli studi. Verrà organizzato inoltre un network interuniversitario che dovrà creare le condizioni per lo sviluppo di un più ampio sistema di formazione permanente nell’area della Sanità e tale da permettere, in prospettiva, l’adeguamento della Facoltà di Medicina e Chirurgia agli sviluppi della società dell’informazione, che vede una carenza di figure professionali specialistiche. Il progetto di master in telemedicina intende rispondere a tali esigenze promuovendo iniziative orientate alla formazione in questo specifico settore didattico e sperimentando altresì specifiche metodologie di apprendimento, di formazione professionale e di aggiornamento. L’intesa prevede contributi per otto miliardi di lire, una parte dei quali verrà destinata come fondo di incentivazione affinché ogni sede possa bandire un concorso per professore associato del master, consentendo la costituzione di un primo nucleo stabile di docenti presso le 12 Facoltà. C’è infine un altro elemento di rilievo: l’intesa infatti è la base per lo sviluppo dell’ "Ospedale virtuale della solidarietà", che metterà a disposizione dei sanitari operanti nei Paesi in via di sviluppo le competenze presenti negli ospedali italiani e in particolare nei policlinici universitari, grazie ai sistemi e ai servizi di telemedicina.




Per ogni altra informazione si prega di contattare l'Ufficio relazioni con il pubblico del Ministero (urp@miur.it, tel. 0659912357, fax 0659912538). Per i giornalisti è disponibile come sempre l'ufficio stampa.


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Quindicinale del Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica e tecnologica

Anno V - Numero 61 - 62 - Roma, 30 aprile 2002

 

Direttore responsabile: Gino Banterla
e-mail: gino.banterla@murst.it

Direzione editoriale: Angela Maria Ruia
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