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DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA RELATIVO ALLA MANOVRA DI FINANZA PUBBLICA PER GLI ANNI 2001-2004 (DOC. LVII N. 5/I)

Risoluzione approvata dal Senato il 27.7.2000

Il Senato della Repubblica,

esaminato il Documento di programmazione economico-finanziaria per il 2001-2004, consapevole che esso si colloca alla fine della legislatura in corso e si proietta nella prossima,
a) sulla base dei principali indicatori interni ed internazionali ritiene che il processo di risanamento dei conti pubblici ha ormai assunto carattere di stabilità e di solidità strutturale, grazie all'azione dei governi e della maggioranza in questa legislatura;

b) valuta favorevolmente:

i risultati raggiunti ai fini della partecipazione all'Unione monetaria e ai Programmi di stabilità e la recente positiva evoluzione del reddito reale e dell'occupazione, grazie anche alle politiche mirate agli obiettivi del programma di stabilità e crescita; in particolare sono da apprezzare la riduzione dell'indebitamento e del debito pubblico in relazione al PIL e il mantenimento delle condizioni di stabilità finanziaria, descritte da un tasso di inflazione sensibilmente inferiore a quelli del passato, dalla stabilità del tasso di cambio medio e dal livello dei tassi di interesse a lungo termine
c) valuta altresì favorevolmente:
il processo in atto di creazione di nuovi posti di lavoro che dovrà coerentemente accelerare in relazione al più favorevole quadro economico;

la prosecuzione e l'intensificazione della politica di riduzione della pressione fiscale, che dovrà essere sviluppata in relazione all'aumento del gettito tributario connesso ai risultati conseguiti nella lotta all'evasione, nell'emersione di base imponibile e nel migliore andamento del reddito nazionale;

d) ribadisce l'esigenza:
che il processo di miglioramento dei conti pubblici e di governo dello sviluppo economico avvenga nel rigoroso rispetto delle regole e dei parametri previsti dalla partecipazione dell'Italia all'Unione europea;

che siano perseguiti e rafforzati gli interventi strutturali che consentano recupero di efficienza e l'abbattimento del residuo differenziale del tasso di inflazione italiano rispetto alla media UE;
che l'apertura all'economia mondiale sia costante punto di riferimento, anche fiscale, per recuperare e sviluppare i margini di competitività del sistema produttivo italiano;
che la politica di bilancio, nel rispetto dei vincoli macroeconomici, si orienti alla riduzione del prelievo tributario e al sostegno dell'economia, con riferimento particolare alla crescita del reddito e dell'occupazione nelle aree meridionali;

e) prende atto che il Documento:
non ritiene necessaria una manovra correttiva per l'ottenimento dei saldi obiettivo del Programma di stabilità;

non contempla disegni di legge collegati alla legge finanziaria.

Sulla base di tali considerazioni, condivide i contenuti e gli obiettivi del DPEF 2001-2004 e impegna il Governo:
1. per quanto riguarda le politiche dell'Unione europea:
a favorire la riforma delle istituzioni dell'Unione in funzione dell'obiettivo dell'unità politica ed a rafforzare il processo di costruzione di una comune politica estera, di sicurezza e di difesa anche con la partecipazione del "sistema paese" ai programmi sviluppati in ambito europeo in questi campi ed a rafforzare le politiche di cooperazione mediterranee;

a proseguire l'iniziativa diretta ad ottenere l'armonizzazione fiscale per eliminare ogni forma di "concorrenza fiscale" sleale e ad orientare la fiscalità in funzione dell'obbiettivo dello sviluppo dell'occupazione;
a rafforzare l'iniziativa comune nelle politiche per l'innovazione tecnologica, lo sviluppo della società dell'informazione e degli investimenti nelle grandi reti di infrastrutturazione europea e transmediterranea;
a confermare il sostegno delle iniziative per la riconversione in senso eco-sostenibile delle politiche industriali ed agricole;

2. per quanto riguarda la politica interna ad adottare come priorità il lavoro, la sicurezza, la famiglia, la formazione e la ricerca e la riduzione della pressione fiscale, attraverso le seguenti azioni:
a perseguire l'obiettivo della sicurezza, anche per quanto attiene alle condizioni di lavoro, assicurando ai cittadini e alle imprese un contesto di legalità, con il potenziamento dei presìdi territoriali delle forze di polizia, mediante l'ammodernamento e la specializzazione dei mezzi e delle strutture, nonché il riconoscimento retributivo delle prestazioni degli operatori della sicurezza maggiormente esposti al rischio e più qualificanti sul piano operativo, nonché ad assicurare interventi strutturali per accrescere l'efficienza, l'accessibilità, la rapidità dell'organizzazione della giustizia, per realizzare la piena attuazione delle riforme dell'ordinamento giudiziario e penitenziario;

a considerare il lavoro come la priorità essenziale delle politiche pubbliche, poiché, nonostante i risultati positivi conseguiti dall'azione dei governi, il tasso di disoccupazione è ancora elevato e ancora forte il numero di giovani e di donne, in particolare nel sud, alla ricerca della prima occupazione;
a potenziare le politiche di sostegno alle attività di formazione, aggiornamento e ricerca, sviluppo e diffusione delle nuove tecnologie, anche utilizzando incentivazioni di carattere fiscale; proseguire la riforma del sistema dell'istruzione scolastica, universitaria e della formazione professionale e continua in conformità agli obiettivi convenuti in ambito europeo, ponendo la preparazione intellettuale e culturale con pari opportunità tra uomini e donne e il sostegno dei soggetti dello sviluppo al centro dei processi di innovazione e competitività del sistema e potenziando le risorse da trasferire per gli incentivi all'innovazione delle piccole e medie imprese;
a dare priorità, nell'ambito delle politiche sociali, alla famiglia ed alle modalità con le quali sostenere, anche con misure fiscali, il suo ruolo nel processo educativo, sociale ed economico delle persone e della comunità;
a fare emergere, con il concorso delle parti sociali, del sistema finanziario e creditizio e delle istituzioni territoriali, le attività economiche esercitate in forma irregolare e sommersa, rafforzando i distretti industriali, le attività di servizio alle imprese e l'istituto dei contratti di riallineamento, anche in relazione alle diverse caratteristiche delle diverse aree del paese e intervenendo in modo più efficace per la sicurezza e la igiene dei luoghi di lavoro; a prevedere la revisione della normativa sul divieto di cumulo tra reddito pensionistico e reddito da lavoro;
a proseguire la liberalizzazione dell'economia mediante:

a) interventi operativi quali la liberalizzazione del settore dei trasporti; la prosecuzione ulteriore dei processi di apertura dei mercati nei settori dell'energia e delle telecomunicazioni, facilitando e sostenendo gli interventi delle autorità di settore a tutela della concorrenza nei vari mercati anche di ambito locale;

b) la semplificazione della normativa in materia economica, il varo della riforma del diritto societario e fallimentare, anche al fine di garantire pari competitività alle nostre imprese rispetto a quelle estere, nonché la trasparenza in funzione dei mercati, e una nuova disciplina sulle attività professionali;
c) l'armonizzazione del regime impositivo sul gas metano con il processo di liberalizzazione in atto;

a proseguire in agricoltura una politica per il sostegno della competitività delle aziende nel processo di internazionalizzazione del settore, delle filiere agroalimentari gestite dai produttori, della programmazione negoziata e una politica di ricerca, coordinata con le iniziative dell'Unione europea, ispirata al principio di valutazione del rischio dei prodotti transgenici e di sicurezza alimentare, anche attraverso una specifica politica di orientamento dei produttori e del commercio dei prodotti agroalimentari con particolare riferimento alle produzioni tipiche e di qualità;

ad assumere a riferimento delle azioni di sviluppo del sistema economico il grado di sostenibilità ambientale degli interventi diretti ad incidere sulle trasformazioni del territorio, salvaguardando l'ambiente dalle diverse forme di inquinamento anche al fine di dare attuazione al piano nazionale per l'attuazione del protocollo di Kyoto e considerando altresì gli incentivi e disincentivi previsti dalla fiscalità ecologica;

3. per quanto riguarda le politiche fiscali e tributarie, in relazione alla revisione delle stime sul gettito tributario da effettuare con la Nota di aggiornamento e compatibilmente con gli equilibri complessivi di finanza pubblica così come definiti in sede comunitaria:
a ridurre la pressione fiscale operando su più tributi; sull'IRPEF con la riduzione delle aliquote in misura equivalente a quella di un punto percentuale del complesso degli scaglioni in un arco pluriennale, e con l'aumento delle detrazioni tale da elevare la soglia di esenzione, il trattamento agevolativo dei carichi familiari e della prima casa, e della deducibilità delle spese per l'assistenza e cura; sull'IRAP ed eventualmente la DIT attraverso interventi a favore delle piccole e medie imprese e dei professionisti; sulle imposte di successione; sulle norme di incentivazione alle ristrutturazioni edilizie;

a ridurre, tenuto conto del livello insufficiente delle retribuzioni da lavoro dipendente nel nostro paese, la componente di prelievo che determina la differenza tra retribuzioni lorde e nette attuando, in coerenza con il processo avviato nel 1999, la progressiva riduzione degli oneri sociali sulle retribuzioni;

4. per quanto riguarda la politica degli investimenti pubblici:
a rafforzare il ruolo della nuova programmazione e realizzare, anche attraverso un adeguato monitoraggio degli interventi a partire dalla loro cantierabilità, un programma di infrastrutturazione materiale ed immateriale, tale da allineare l'Italia ai principali paesi europei;

a promuovere il ricorso al project financing ed alle iniziative, come il leasing pubblico, volte a favorire il concorso dei privati all'esercizio di attività e di servizi pubblici, opportunamente modificando le norme, anche fiscali, che ne ostacolano l'adozione da parte delle pubbliche amministrazioni;
a promuovere lo sviluppo dell'innovazione tecnologica e incentivare il rafforzamento delle reti di trasferimento dei dati a sostegno dello sviluppo della nuova economia con riguardo anche al settore dei servizi;
a realizzare un efficiente sistema della mobilità, volto al riequilibrio tra le modalità di trasporto, alle nuove tecnologie, al miglioramento della mobilità, agli investimenti nel comparto ferroviario, portuale, aeroportuale e del trasporto pubblico locale;

5. Per quanto riguarda lo sviluppo del mezzogiorno e delle aree depresse:
a confermare l'obiettivo della crescita del Sud ad un ritmo annuo superiore a quello medio Europeo, come obiettivo centrale della politica economica e conseguentemente a dare coerente attuazione alle politiche indicate nei DPEF 2000-2003 e 2001-2004 e in particolare ad accelerare l'attuazione del programma di sviluppo del mezzogiorno (PSM) garantendo la disponibilità delle risorse necessarie per la realizzazione delle infrastrutture strategiche, il cofinanziamento nazionale e per la programmazione negoziata e le leggi di incentivazione;

a sostenere con determinazione in sede UE quanto proposto dal governo al Consiglio di Lisbona sulle politiche per l'occupazione comprese le misure specifiche per il sud, dirette a "ridurre la componente fiscale del costo del lavoro, ad aumentare gli incentivi differenziati per l'impiego e a facilitare la eliminazione del lavoro sommerso";
a prorogare la concessione del credito d'imposta per i neoassunti, sostenendo presso le competenti sedi comunitarie la possibilità di applicare il beneficio anche ai lavoratori delle imprese emerse;
a prevedere la concessione di un credito d'imposta a favore dei nuovi investimenti realizzati nelle aree svantaggiate, prevedendo modalità di utilizzo semplici ed automatiche;
a curare il costante monitoraggio del conseguimento degli obiettivi e dell'impiego delle risorse previste dal DPEF e in particolare a presentare in allegato alle relazioni trimestrali di cassa, i dati relativi al raggiungimento degli obiettivi intermedi, nonché allo stato di avanzamento dei programmi di spesa finanziati con i fondi strutturali, alla misura di utilizzo dei finanziamenti stessi e agli effetti in termini di crescita del prodotto e dell'occupazione;
ad assicurare l'effettiva addizionalità dei fondi comunitari;

6. Per quanto riguarda la politica sociale:
a promuovere le istituzioni sociali e attuare misure di contrasto della povertà, anche mediante il riordino del settore dell'assistenza, dopo l'approvazione della legge quadro quale strumento fondamentale della lotta all'esclusione sociale, nonché per il tramite del settore no profit;

a sostenere con interventi differenziati in riferimento all'età, i percettori di trattamenti previdenziali e assistenziali in condizioni economiche di maggiore svantaggio;
a favorire le trasformazioni in corso nel mercato del lavoro, prevedendo per i lavoratori con contratto a tempo determinato (tra cui quelli che prestano collaborazioni coordinate e continuative) misure che ne incentivino l'impegno formativo e ne agevolino la partecipazione alla previdenza complementare e ad individuare le modalità di intervento per favorire la totalizzazione dei periodi assicurativi, a fronte della mobilità del percorso di lavoro;
ad incentivare lo sviluppo della previdenza complementare e l'utilizzo delle risorse accantonate a titolo di TFR, salvaguardando la libertà di scelta del lavoratore, con particolare riferimento all'ipotesi di ridurre il carico fiscale gravante sugli strumenti di previdenza integrativa;
a finanziare l'avvio della riforma degli ammortizzatori sociali;
a considerare la necessità di salvaguardare i livelli occupazionali nel settore editoriale, anche attraverso l'approvazione della riforma dell'editoria e in questo quadro il conseguente riordino del dipartimento dell'informazione e della editoria;

7. Per quanto riguarda le istituzioni territoriali:
a ridefinire in termini vincolanti il patto di stabilità interno, attraverso la concertazione tra Governo, Regioni, autonomie locali ed enti pubblici di spesa, sostenuta da un adeguato sistema di controlli funzionale al suo rispetto, avvalendosi anche di nuove procedure di acquisto e locazione finanziaria di beni e servizi per le pubbliche amministrazioni Centrali, Regionali e locali, mediante il ricorso alla metodologia informatica;

a proseguire nel riequilibrio della spesa sanitaria inserendola tra i fattori essenziali del patto di stabilità interno, attraverso un'azione di decentramento delle responsabilità di spesa e della corrispondente copertura finanziaria;
assicurare un quadro certo delle risorse finanziarie per comuni e province, ivi comprese quelle derivanti dalla realizzazione del processo di trasferimento di funzioni, ai sensi della legge n. 59/1997;

8. Per quanto riguarda le prospettive di finanza pubblica, non ritenendosi necessaria una manovra correttiva sui saldi da realizzare con la legge finanziaria per il 2001:
8.1 a rispettare i seguenti obiettivi:
8.1.1. il limite massimo del saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato per il 2001 dovrà essere fissato entro il valore di 74.800 miliardi di lire, al netto delle regolazioni contabili e debitorie, per il 2002 e il 2003 in una misura inferiore a quella del primo anno, lungo un percorso di avvicinamento agli obiettivi programmatici di un saldo netto da finanziare non superiore a 62.600 miliardi nel 2002 ed a 49.200 miliardi nel 2003;

8.1.2. il fabbisogno di cassa nel settore statale dovrà essere mantenuto entro il limite del -1,4 per cento del PIL (pari a circa 32.750 miliardi nel 2001), ponendo le basi di un percorso programmatico che prevede fabbisogni non superiori al -1,5 per cento (circa 36.700 miliardi) nel 2002, a -0,9 per cento (circa 23.000 miliardi) nel 2003, per poi annullarsi nel 2004;
8.1.3. il saldo complessivo delle amministrazioni pubbliche dovrà essere mantenuto entro il limite del -1,0 per cento del PIL nel 2001 e del -0,5 per cento nel 2002, per poi annullarsi dal 2003;
8.1.4 il saldo primario delle amministrazioni pubbliche pari al 5,2 per cento del PIL nel 2001, al 5,5 per cento nel 2002, al 5,6 per cento nel 2003 e al 5,5 per cento nel 2004, da conseguirsi nel rispetto dell'obiettivo programmatico di aumento dell'avanzo di parte corrente in modo da assicurare prioritariamente gli obiettivi programmati della spesa in conto capitale;
8.1.5. il rapporto debito delle pubbliche amministrazioni /prodotto interno lordo, inclusi i proventi delle privatizzazioni e delle licenze UMTS, pari a 106,6, 103,3, 99,3 e 95,5 in percentuale del prodotto interno lordo rispettivamente alla fine degli anni 2001, 2002, 2003 e 2004;

8.2 a predisporre interventi di razionalizzazione e risparmio per un ammontare tale da sostenere il volume programmato degli investimenti e da coprire le occorrenze di spesa corrente. In particolare,

8.2.1 per quanto riguarda gli investimenti, prevedere nuove autorizzazioni di spesa per almeno 40.000 miliardi complessivi in termini di competenza, con un profilo di cassa idoneo a garantire per il 2001 il rispetto dell'obiettivo di 90.900 miliardi per il totale della spesa in conto capitale (+ 2.000 miliardi rispetto alle previsioni a legislazione vigente inclusivi degli effetti degli interventi coperti da finanza di progetto, al netto delle perdite di esercizio di Poste e F.S.);
8.2.2 per quanto riguarda la spesa corrente, garantire la copertura delle indicazioni del DPEF e degli interventi indicati nella presente risoluzione, per quanto attiene il pubblico impiego e il personale docente della scuola, l'avvio della riforma degli ammortizzatori sociali, un intervento selettivo a favore delle pensioni minime, gli interventi a favore della ricerca, e per far fronte alle conseguenze determinate dalla transizione verso il sistema professionale delle FFAA., sulla condizione del personale militare e sul servizio civile, nonché della finanza comunale.
8.2.3 Le risorse occorrenti per gli interventi sulla spesa in conto capitale e sulla spesa corrente dovranno essere recuperate attraverso:

a) misure di razionalizzazione delle spese per acquisto di beni e servizi nelle amministrazioni centrali, regionali e locali, inclusive delle aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere;

b) la riformulazione del patto di stabilità interno per includervi adeguati strumenti e garanzie per il raggiungimento degli obiettivi fissati;
c) ulteriori interventi di dismissioni immobiliari, anche della Difesa, semplificando le procedure, e di recupero dei crediti degli enti previdenziali.

8.2.4. Per quanto riguarda l'assistenza sanitaria occorre dare corso a misure che garantiscano il rispetto dei livelli-obiettivo di spesa attraverso la definizione dei livelli essenziali di assistenza coerenti con le risorse messe a disposizione, la predisposizione di strumenti e controlli diretti alla riduzione degli sprechi e delle inefficienze, la riforma del sistema dei pagamenti e dei rapporti di tesoreria, l'anticipazione al 2001 della abolizione del vincolo di destinazione sulle risorse trasferite; il finanziamento a carico dei tributi regionali delle eventuali eccedenze di spesa;
8.3 per quanto riguarda i proventi-delle licenze UMTS dovranno essere rispettate le decisioni del consiglio Ecofin. Il Governo dovrà pertanto destinare gli introiti complessivi prevalentemente (nella misura minima del 90 per cento) alla riduzione del debito pubblico, in conformità alle decisioni assunte in sede europea, riservando la quota residua a interventi per lo sviluppo della "società dell'informazione".
8.4 per quanto concerne la manovra sulle entrate, occorre, in relazione alla revisione della stima delle entrate da effettuarsi con la Nota di aggiornamento;
8.4.1 ridurre in modo permanente le aliquote IRPEF con una scansione anche pluriennale che si associ ad un aumento delle detrazioni tale da aumentare la soglia di esenzione, la revisione del trattamento dei carichi familiari e dell'abitazione principale, la revisione delle regole di deducibilità delle spese per assistenza e cura dei figli e dei familiari;

8.4.2 completare la riforma dell'imposta sulle successioni;
8.4.3 intervenire sull'IRAP, sulla opzione tra IRPEG e IRPEF ed eventualmente sulla DIT per ridurre il prelievo sulle piccole imprese e i professionisti e per potenziarne gli effetti incentivanti sulla occupazione e sulla sostenibilità ambientale;
8.4.4 prorogare le norme di incentivazione delle ristrutturazioni edilizie per il 2001;
8.4.5 ridurre il prelievo tributario sul lavoro atipico e il prelievo contributivo sul lavoro part-time;
8.4.6 perseguire la politica di progressiva riduzione degli oneri sociali sui redditi da lavoro.

9. A non presentare disegni di legge collegati alla manovra di finanza pubblica per il 2001-2003. I disegni di legge collegati tuttora all'esame del Parlamento sono considerati tali a tutti gli effetti.

2.

Angius, Elia, Pieroni, Napoli Roberto, Marino, D'Urso, Mazzuca Poggiolini, Marini, Pinggera

 

 
   

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